Il 31 ottobre u.s. si è tenuto a Roma, presso l’Auditoriun dell”Ara Pacis”, il Convegno “Dai mali le Idee: Proposte per Roma “ promosso da MCL (Movimento Cristiano Lavoratori) che si è avvalso degli interventi di Pietro Giubilo: ex Sindaco di Roma, di Barbara Barbuscia: Presidente dell’unione territoriale MCL, del giornalista Domenico delle Foglie , del Direttore Generale della SIAS- patronato di riferimento per SI.A.MI.CO.- ed infine del Presidente Nazionale di MCL Carlo Costalli ed ha visto la partecipazione di un pubblico foltissimo (l’Auditorium era al completo).
Nel corso del Convegno è stato invitato a parlare dell’aspetto “Sicurezza” il Segretario Generale di SI.A.MI.CO., Gen. C.A. CC (c.a.) Serafino Liberati, il quale ha effettuato l’intervento, programmato, che, di seguito, si riporta:
“Quando si parla di sicurezza è sempre opportuno fare una premessa fondamentale: la sicurezza, originariamente, si riferiva alla sola protezione fisica della persona, successivamente, con lo sviluppo della Società, il concetto è andato, progressivamente, ad espandersi tanto da investire tutti gli aspetti che caratterizzano, oggi, la vita di ognuno di noi.
Data questa premessa è facile comprendere perché, negli ultimi anni, abbiamo assistito alla crescita quasi esponenziale della domanda di sicurezza dei cittadini, legata a molteplici e diversi fattori:
- prima di tutto la criminalità diffusa, in particolare quei tipi di criminalità che inducono la paura di subire casuali e non prevedibili episodi di violenza, sia essa manipolatoria o predatoria;
- vi sono poi fenomeni di devianza e disagio sociale quali il vandalismo, il degrado, l’alcolismo ed oggi, perché no, anche il bullismo e, soprattutto, la tossicodipendenza (da inchieste effettuate, specie tra gli anziani, è risultato che questi vedono la tossicodipendenza come un fattore di paura superiore addirittura ai comportamenti illegali e criminali);
- vi sono poi, tutti quei fenomeni che in qualche modo alterano la qualità della vita, presenti alcuni, soprattutto nelle aree urbane, quali l’abbandono ed il degrado ambientale, la sporcizia ed il rumore, altri di più recente emersione, presenti in tutte le comunità, quali gli attacchi alla sicurezza alimentare, a quella informatica, nonché alla sicurezza dei bambini e delle donne, alla sicurezza del Patrimonio culturale, molto sentita nel nostro paese per via dell’immenso patrimonio culturale che possediamo;
- per ultimo ma non ultimo, è il fattore “diversità “; spesso il diverso rappresenta di per se un fattore di paura e di insicurezza (la diversità, per gli anziani, del giovane, la diversità dello straniero).
Fondare una strategia che persegua misure a favore della sicurezza urbana, declinabile, come già detto, in più accezioni, non può in nessun modo, prescindere dall’esame obiettivo della situazione sul territorio.
Concretamente la situazione è questa, riferita ai delitti denunciati nel 2017 ai Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza (quelli del 2018 sono in fase di elaborazione e valutazione).
I delitti (cioè i reati per i quali è prevista la reclusione o la multa) sono stati 180.135 (con un aumento del 2% rispetto al 2016. Il picco più alto lo abbiamo avuto nel 2014 con 216.750 delitti denunciati, vi è stato poi un crollo del 18% con una punta minima di 176.990 nel 2016 e quindi un rialzo del 2% nel 2017).
I delitti più denunciati sono stati:
Furti | 64,9% | ||
Furti con destrezza | 19,7% | 24.863 | |
Furti con strappo | 1,4% | 1.896 | |
Furti in abitazione | 6,3% | 11.667 | |
Furti di autovetture | 11,5% | 17.047 | |
Furti in autovetture in sosta | 15% | ||
Truffe e frodi informatiche | 5,4% | ||
Reati connessi con gli stupefacenti | 1,9% | 1.170 | |
Rapine | 1,4% | 3.024 | |
Violenze sessuali | 0,2% | 220
(circa 20 stupri al mese) |
|
Omicidi | 0,1% | 18 | |
Altri delitti (percosse, lesioni, minacce, contraffazioni, danneggiamenti) | 26,1% |
(Fonte dei dati: web)
Questo, a grandi linee, è il panorama della situazione, dall’analisi della quale si evince che Roma, tra le principali città italiane con più di 250.000 abitanti è 3°, come tasso di delittuosità totale (n° di delitti ogni 10.000 abitanti) pari a 627,0 (in prima posizione troviamo Milano con un tasso di 1.098,8 ed in 2° posizione troviamo Bologna con un tasso di 997,5).
Ma cosa si può fare per dare maggiore sicurezza ai cittadini, oltre che auspicare anche per il futuro, il grande impegno fin qui messo in campo, nonostante mille difficoltà, dalle forze dell’ordine, che ringraziamo sempre per la loro costante attività?
Io ritengo che, innanzitutto, sia necessario convincersi che la “Sicurezza” non è il prodotto esclusivo della mera attività di polizia ma che per poterla conseguire è indispensabile, almeno nell’attuale contesto, mettere in campo anche attività integrative che possano mettere le Forze di Polizia in grado di meglio contrastare le sorgenti di paura della collettività, quali la criminalità organizzata e, soprattutto comune, che poi è quella che preoccupa maggiormente l’opinione pubblica.
A questo punto ecco alcune proposte che ritengo particolarmente utili:
La mia 1° PROPOSTA parte da una osservazione: i reati che maggiormente preoccupano i cittadini possono essere raggruppati in due categorie:
- reati di appartamento;
- reati di strada.
I REATI DI APPARTAMENTO sono quelli che si verificano all’interno dei caseggiati: furti, scassi, rapine e quant’altro avviene, di cui si viene a conoscenza sempre troppo tardi. Ebbene questi reati sono sicuramente aumentati, e qui mi riferisco soprattutto alle grandi aree urbane a forte concentrazione abitativa, da quando abbiamo rinunciato ai portieri. Ma ai portieri abbiamo rinunciato non perché disconoscessimo la loro utilità, ma perché il costo degli stessi si è fatto progressivamente sempre più pesante, non tanto per lo stipendio, quanto per i contributi che debbono essere pagati dal condominio in favore del portiere: in pratica un secondo stipendio. Ebbene la mia proposta è questa: realizziamo un provvedimento legislativo che consenta di defiscalizzare, per quanto riguarda i contributi, il condominio che assume un portiere. Avremo il duplice risultato di aumentare i posti di lavoro e di creare una rete, per così dire, di vigilanza urbana che, con i conseguenti inevitabili auspicati collegamenti tra i vari componenti, consentirebbe di realizzare uno strumento veramente efficace ai fini della prevenzione (al riguardo ho avanzato analoga proposta nella passata legislatura).
Vi sono poi i REATI DI STRADA e cioè gli scippi, le rapine gli stupri: si tratta di 3/4 tipologie di reato odiosi e ricorrenti, non di più, spesso attuati sotto gli occhi di testimoni che il più delle volte si limitano ad assistere, magari scuotendo la testa.
Ed è verso questi che indirizzo la mia 2° PROPOSTA, che è tesa a far capire quanto possa essere importante coinvolgere la gente comune come parte integrante del sistema di sicurezza. La proposta è questa: realizziamo un dispositivo di legge in base al quale a chiunque consenta di arrestare in flagranza, ripeto in flagranza, e non su delazione postuma, per ovvi motivi, l’autore di uno di questi reati, svolgendo quindi una funzione attiva di sicurezza, potrebbe ipotizzarsi, un riconoscimento da parte dello Stato, quale potrebbe essere per i giovani un titolo di preferenza per un impiego o per i più maturi l’abbuono di un periodo, da stabilire, per il conseguimento della pensione; o potremmo inventarci qualunque altra cosa che dia il segnale, però, che se non possiamo pretendere da tutti il massimo della virtù civile, possiamo almeno sperare dallo Stato un minimo di riconoscenza concreta verso chi, come si diceva una volta, ha ben meritato.
La mia 3° PROPOSTA è la creazione e di un Osservatorio specifico per la SICUREZZA di Roma Capitale, alle dirette dipendenze del Prefetto di Roma, composto da elementi delle FFPP, da elementi del mondo scolastico, imprenditoriale del Comune e da quant’altri potremo individuare, con il solo compito di analizzare la situazione di Roma ai fini della Sicurezza, quartiere per quartiere, e se occorre strada per strada, individuando le varie criticità, al fine di fornire al Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal Prefetto e nel cui ambito dovrà di diritto sedere il responsabile dell’Osservatorio, elementi validi, concreti e sicuri per poter predisporre adeguate misure di prevenzione e contrasto dei vari fenomeni.
Ritengo che sia una proposta pragmaticamente valida che andrebbe studiata e valutata nella sua effettiva realizzabilità.
Passo ora alla mia 4° PROPOSTA. Si sente parlare diffusamente dell’avvento di semafori supertecnologici, di videocamere che dovrebbero registrare tutto quello che vedono, di sale operative futuristiche per un coordinamento effettivo di tutti gli apparati di video sorveglianza della città. BEN VENGANO! ERA ORA! NE SONO FELICISSIMO. Attenzione però se a questi super sistemi di controllo tecnologico del territorio non si associa un sistema, altrettanto efficiente di pronto intervento umano in supporto alle emergenze segnalate dai sistemi anzidetti, tutto o quasi sarà inutile per la percezione reale di sicurezza del cittadino, il quale sarà sicuramente soddisfatto se potremo individuare ed arrestare chi gli ha stuprato la figlia o la moglie oppure ha aggredito il figlio o lui stesso, ma sarebbe enormemente più contento e soprattutto più tranquillo e sicuro se fosse a conoscenza di poter contare su un sistema che consentisse di interrompere in fieri e non portare a compimento i suddetti fatti o addirittura di agire in forma concretamente dissuasiva.
In merito ho, appunto, una proposta: suddividiamo la città in piccoli settori, coordinati dal 112, all’interno dei quali far stazionare un’autovettura con a bordo 3/4 elementi (o dei possibili volontari richiamati delle forze dell’ordine – personale volontario in congedo – o del personale del Servizio civile) da far intervenire via radio o cellulare (quelli di servizio sono praticamente a costo zero) durante la commissione del fatto comunque segnalato. L’intervento potrebbe avvenire rapidissimamente ed in maniera estremamente efficace, data l’esiguità dell’area di competenza. Un sistema analogo viene utilizzato in alcune città del nord con le autoambulanze per consentire loro un intervento immediato in caso di necessità.
Concludo, con due affermazioni:
- la Sicurezza è campo di irrinunciabile pertinenza delle Forze di Polizia, ma è anche patrimonio ed interesse di tutti i cittadini cui compete la richiesta e la definizione del giusto fabbisogno di essa;
- il presupposto della sicurezza è, sempre e comunque, la LEGALITA’, cioè quella esigenza fondamentale della vita sociale, che si traduce nel rispetto e nella pratica delle leggi, assolutamente indispensabile per promuovere il pieno sviluppo della persona e la costruzione del bene comune. E’ fondamentale che i cittadini acquisiscano il concetto di legalità nel loro DNA che “i diritti si accompagnano sempre ai doveri, che la libertà si associa sempre alla responsabilità, che la rivendicazione del benessere individuale non può mai trascurare la solidarietà verso coloro che meno hanno ricevuto dalla vita e dalla sorte”. Ma l’acquisizione di questi concetti non viene in automatico: è necessario un intervento esterno.
Oggi avviene sempre più spesso, sia nei piccoli che nei grandi centri (qui in verità in misura minore) che i dirigenti scolastici dei vari ordini si rivolgano alle FFPP, per avere qualche operatore che incontri le scolaresche e tratti specificatamente della Legalità e delle sue devianze, quali: pirateria stradale, bullismo, stalking, violenza negli stadi, computer crime, nonché l’uso di alcol e droghe, che vedono, queste ultime, sempre più abbassarsi l’età dell’iniziazione (11 anni per l’alcol, 12 per le droghe). Ma si tratta sempre di interventi estemporanei la cui frequenza e assiduità è lasciata alla sensibilità del dirigente scolastico e la cui efficacia dipende dalla validità dell’operatore delle FFPP inviato, cioè al caso! Non c’è una previsione normativa, non c’è un obbligo di apprendere, non c’è quindi la volontà palese dello Stato di fare dei cittadini migliori. Lungi da me l’idea di uno Stato etico ma una considerazione è evidente per chiunque, da qualunque parte sia collocato: non è possibile che lo Stato, ente al quale ognuno di noi ha ceduto parte della sua libertà in cambio di sicurezza, pacifica convivenza e crescita civile, possa assistere al disfacimento e dissolvimento della società – in tutti i settori – senza fare o quanto meno tentare dei provvedimenti strutturali alle radici!
Poiché una delle maggiori fonti di preoccupazione è data dalla cosidetta “devianza giovanile” ritengo ASSOLUTAMENTE NECESSARIA LA REALIZZAZIONE IN AMBITO SCOLASTICO ED UNIVERSITARIO DI UN SISTEMA GLOBALE DI ”EDUCAZIONE ALLA LEGALITA’”(DA NON CONFONDERSI CON EDUCAZIONE CIVICA), CON PREVISIONE DI SPECIFICHE ORE DEDICATE E VERIFICHE, ANCHE FINALI, QUANDO PREVISTO, IN OGNI ORDINE E GRADO DELLA SCUOLA E PREVISIONE DI UN APPOSITA MATERIA OBBLIGATORIA ED UGUALE PER TUTTE LE FACOLTA’UNIVERSITARIE.
Per concludere mi piace ricordare come a Napoli, nel 1990, cioè 29 anni fa, GIOVANNI PAOLO II ebbe a dire testualmente ”non c’è chi non veda l’urgenza di un grande recupero di moralità personale e sociale, di legalità. Si urge un recupero di legalità”. Ebbene dopo 29 anni quella esortazione, inascoltata, è tuttora attualissima e densa di significato.
Gen. C.A. CC (c.a.) Serafino Liberati
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