La nascita di un nuovo player internazionale è possibile con la convivenza tra queste due tecnologie, spiega Carlo Bagnoli, professore ordinario di Innovazione Strategica dell’Università Ca’ Foscari Venezia.
Marco Tonelli
12 Novembre, 2019
Di blockchain e AI si parla tutti i giorni. Le due tecnologie sono oggetto di ricerche e innumerevoli paper scientifici. Uno degli argomenti più trattati è il loro effetto sull’organizzazione aziendale e sui modelli di business. «Negli ultimi due anni le società di consulenza hanno pubblicato oltre mezzo milione di report sui possibili impatti a livello aziendale dell’AI e della Blockchain. Le finalità commerciali di tali report portano a porre meno attenzione sulla rigorosità delle metodologie di analisi adottate», spiega Carlo Bagnoli, professore ordinario di Innovazione Strategica dell’Università Ca’ Foscari Venezia. Bagnoli di report e paper scientifici ne ha letti molti. O meglio, il software da lui utilizzato. Grazie al programma, il suo team ha analizzato migliaia di documenti estraendo concetti e parole chiave, traendone poi le conclusioni. “Gli impatti dell’Intelligenza Artificiale e della Blockchain sui modelli di business” è una ricerca che verrà presentata (il 15 e il 16 novembre) allo Strategy Innovation Forum a Venezia. «Entrambe le tecnologie presentano un tratto in comune: il recupero dell’efficienza. Più che fare le stesse cose meglio, dovrebbero fare le cose in maniera diversa», puntualizza Bagnoli.
Come cambia il lavoro
Per quanto riguarda l’impatto dell’intelligenza artificiale, il 23% delle fonti analizzate sostiene che i sistemi di machine learning avranno un’influenza notevole sul mondo del lavoro: riducendo gli errori umani, gli infortuni e aumentando la produttività. Allo stesso tempo, l’AI favorirà anche l’’ottimizzazione dei processi produttivi.
Secondo il 13% delle fonti analizzate, la blockchain permetterà di tracciare la proprietà degli asset aziendali in tempo reale e allo stesso tempo aumenterà l’affidabilità delle informazioni condivise tra due o più parti. In particolare poi, il registro distribuito consente lo scambio di dati in sicurezza, potenziando la privacy e il trattamento delle informazioni sensibili. Senza dimenticare l’impiego dei cosiddetti “smart contracts”: grazie ai quali sarà possibile eliminare i documenti cartacei e garantire l’identità digitale del venditore e del compratore.
Contrariamente a quanto si pensi, è la blockchain ad avere l’impatto più destabilizzante sui modelli di business. «Se ad esempio, questa tecnologia è in grado di certificare come originale e unico un bene, un prodotto o un servizio. Quel bene, prodotto e servizio potrà essere considerato come scarso e quindi assumerà un valore notevole», spiega ancora Bagnoli.
Come domare il cambiamento
Per quanto riguarda i settori coinvolti dalle due tecnologie, la ricerca si snoda su un doppio binario. Da una parte l’intelligenza artificiale e il suo impatto sul settore manifatturiero e della vendita al dettaglio. Dall’altra la blockchain e i suoi effetti in ambito sanitario e finanziario. Con software e prodotti basati sul machine learning è possibile creare “sistemi di manifattura intelligente” e nuove modalità di coinvolgimento del cliente. Infine, se si pensa alla parola blockchain: il settore di riferimento è quello degli istituti di credito e delle transazioni bancarie. La sua introduzione permette la riduzione dei costi e soprattutto l’aumento della fiducia da parte dei consumatori. Nell’ambito sanitario invece, questa tecnologia «consente di facilitare l’efficienza amministrativa dei registri e di aumentare l’accesso dei ricercatori ai dati storici dei pazienti mantenendone la privacy», si può leggere nell’anticipazione della ricerca.