“TUTTI COLORO CHE SCRIVONO SONO UN PO’ MATTI. IL PUNTO E’: RENDERE INTERESSANTE QUESTA FOLLIA” (Francoise Truffaut – regista)
Cari amici, ben trovati! Oggi voglio aprire queste note con un moto di soddisfazione e di speranza: un uomo politico italiano, di peso -e che peso!- il Presidente Mattarella, al quale va tutta la mia riconoscenza, è riuscito per la prima volta, dopo 70 anni di menzogne e mistificazioni, a dire esattamente cosa avvenne all’indomani della fine del 2° conflitto mondiale nei territori ad Est di Trieste ed a Sud, nell’Istria e nella Dalmazia, già annessi dal Reich tedesco ed occupati poi dalle milizie comuniste slave che annientarono la popolazione italiana, con la scusa di vendicare soprusi fascisti, costringendo la maggior parte dei sopravvissuti ad abbandonare ogni cosa ed a fuggire. Ha avuto il coraggio, il Presidente Mattarella, in occasione del discorso per celebrare il “giorno del ricordo”, istituito con legge nel 1992 per mantenere viva la memoria delle migliaia di italiani uccisi senza motivo nelle foibe del Carso dalle truppe titine e non solo, di dire testualmente ”quei circa 250mila italiani profughi, che tutto avevano perduto e che guardavano alla Madrepatria con speranza e con fiducia, non sempre trovarono in Italia la comprensione ed il sostegno dovuti………………Molti di loro presero la via dell’emigrazione, verso continenti lontani. Ed alle difficoltà materiali in Patria, si univano spesso, quelle morali: certa propaganda (nostrana, n.d.r.) legata al comunismo internazionale, dipingeva gli esuli come traditori, come nemici del popolo, che rifiutavano l’avvento del regime comunista, come una massa indistinta di fascisti in fuga. Non era cosi –afferma finalmente Mattarella- erano semplicemente italiani………………Per una serie di coincidenti circostanze interne ed esterne, sugli orrori commessi contro gli Italiani Istriani, Dalmati e Fiumani cadde una ingiustificabile cortina di silenzio”.
Non sono mai stato un “fan” di Mattarella perché lo ho sempre considerato responsabile del “pasticcio gialloverde” e, ancor peggio, di quello “giallorosso”, ma in questa circostanza non posso che applaudire, senza remore e limitazioni, al suo dire; peccato che il Presidente non avesse questo ruolo, negli anni 70, quando, quasi di nascosto, fu firmato “l’iniquo” Trattato di Osimo, con il quale l’Italia rinunciò definitivamente alla cosiddetta “Zona B” a Sud di Trieste, senza avere nulla in cambio. Approfitto per ricordare a me stesso e per non dimenticare mai, come andarono le cose dall’inizio: due anni dopo l’esodo forzato provocato dai titini nelle zone dell’Istria, della Dalmazia e di Fiume, con il Trattato di pace di Parigi del 1947, gran parte di quelle terre vennero cedute alla Jugoslavia, creando il territorio libero di Trieste che si estendeva fino a Cittanova (oggi in Slovenia). Nel 1954, con il “Memorandum di Londra” fu creata l’amministrazione civile della zona B senza parlare, però, di Sovranità Iugoslava sulla stessa, tanto è vero che la voce corrente di allora diceva “l’Italia non potrà mai rinunciare alla Zona B”. Ma nel 1975, con il Trattato di Osimo, vennero tracciati, in maniera definitiva, i confini tra i due Stati; ad onore del vero, questo avvenne anche perché l’accordo di Helsinki, proprio di quell’anno, tra i due blocchi, sovietico ed occidentale, aveva prodotto lo smantellamento delle testate nucleari e, soprattutto, aveva statuito che non si sarebbero più dovuti modificare i confini esterni degli Stati; tuttavia non si può non illazionare che le Potenze Occidentali abbiano voluto, in questa maniera, compensare Tito comunque a scapito dell’Italia, per il fatto che, pur essendo comunista, non aveva aderito al Patto di Varsavia. Infine, fu persa anche l’ultima occasione per ricontrattare il problema, in sede di trattative per l’ammissione della Croazia nell’Unione Europea (2003-2012), quantomeno nel pretendere la restituzione agli Italiani delle terre e dei beni sottratti loro illegalmente, nel riconoscere il diritto al bilinguismo e quant’altro era stato previsto nel “Memorandum di Londra” e non attuato.
Dopo questo necessario ripercorso delle vicende dalmate, mi potreste chiedere perché io abbia voluto esprimere all’inizio un “moto di soddisfazione e speranza” nel presentarvi il discorso di Mattarella. Perché, vi rispondo, non posso pensare che un Presidente come Mattarella, che ha saputo con un discorso magistrale, lucido, coraggioso e realistico, ridefinire così bene i contorni veritieri di una realtà storica per lungo tempo contraffatta se non proprio ignorata, non abbia poi la capacità o meglio la sensibilità per comprendere e dare seguito alla necessità del Popolo Italiano di esprimersi nuovamente con il voto per dirimere la palese difformità tra la maggioranza parlamentare e la mutata, reale volontà del Popolo stesso.
Il 2° argomento, che voglio solo sfiorare, ma sul quale voglio attirare la vostra attenzione, è la notizia apparsa nei giorni scorsi sulla stampa circa l’avvenuta individuazione in Africa di alcuni casi di Coronavirus. Qui ritengo bisogna fare la massima attenzione perché quei territori non dispongono di molte strutture protettive ed una pandemia negli stessi, difficilmente potrebbe essere controllata, senza contare il problema degli sbarchi che andranno ad aumentare con l’avvento della buona stagione.
E, per oggi, ho finito!
BUONA SETTIMANA A TUTTI
Segretario Generale di SI.A.MI.CO. Gen. C.A. CC (c.a.) Serafino Liberati
Fonti utilizzate:
Il Messaggero, la Repubblica, il Giornale, il Fatto quotidiano, Avvenire, MF, Il Sole 24 ORE, Il Manifesto, “NATO: IL FUTURO” di Piero Baroni, www.lettera 43.it, Corriere della Sera, Libero, Il Giorno, La Notizia, La Verità, Left, La Stampa, Italia Oggi.