“TUTTI COLORO CHE SCRIVONO SONO UN PO’ MATTI. IL PUNTO E’: RENDERE INTERESSANTE QUESTA FOLLIA” (Francoise Truffaut – regista).

Oggi voglio portare alla vostra attenzione due questioni: l’avvenuta “Brexit” ed il taglio al Cuneo Fiscale tanto sbandierato dal Governo.

Partiamo dalla “Brexit”: dal primo minuto del 1° febbraio 2020, la Gran Bretagna, per sua scelta, non fa più parte dell’Unione Europea ed, a parte le conclamate manifestazioni di giubilo degli Inglesi (di tutti poi?), non mi sembra che gli Europei si siano “strappati i capelli”, ma neppure che abbiano prestato, all’evento, una particolare attenzione. Ora, a parte le considerazioni sulla giustezza o meno delle motivazioni addotte, restano dei fatti incontrovertibili sui quali sarebbe opportuno riflettere: 1°, l’Uscita della Gran Bretagna dall’UE è stata, per tutto il Mondo, un chiaro segnale della fragilità dell’Unione Europea e della sua possibile reversibilità e, conseguente non durata nel tempo; 2°, l’Uscita di Londra lascia un’Europa più debole non solo dal punto di vista economico, ma anche militare e politico, perché da ieri la Francia è l’unica potenza nucleare europea e l’unico Paese europeo con diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU, con tutto quello che queste circostanze potranno comportare come capacità di dissuasione europea e nelle possibili pretese dei nostri cugini d’oltralpe, che così tornano a rafforzarsi in Europa dopo un ventennio di declino. Vi è poi un terzo aspetto da non sottovalutare: l’abbandono di Londra priva il tavolo europeo dell’unica potenza concretamente moderatrice agli interventi e vedute tedesche. Tutto quello che precede è stato ampiamente detto e ridetto, sia nella fase che ha preceduto il referendum inglese, sia nella fase successiva, in attesa della data di definitiva uscita, che comunque è sembrata quasi una cosa lontana e che non comportava, a pensarci bene, dei rischi particolari. Ma oggi che il “Fatto è avvenuto” è lecito pretendere ed attendersi delle valutazioni e risoluzioni più concrete. Io, personalmente, ritengo che in un’atmosfera di globalizzazione non più invocata come panacea di tutti i mali, si stia verificando un processo che oserei definire di “Continentizzazione” dove gli ambiti di riferimento per “poter contare” vengono rappresentati dalle aree continentali.

Si dovrà PROCEDERE NECESSARIAMENTE alla RIPROPOSIZIONE di una Costituzione Europea che si basi su alcuni punti irrinunciabili quali, ad esempio, la individuazione chiara specifica, della base comune dei Paesi aderenti, nelle radici giudaico-cristiane, che costituisce l’unico ed incontestabile comune denominatore; la previsione che una volta entrati negli “Stati Uniti d’Europa” non sia più possibile uscirne (non possiamo affidare le sorti di 500 milioni di persone alle “visioni” del Cameron di turno); il conteggio del Pil unico (oggi, ogni Paese dell’UE è una realtà a sé stante, con un suo Pil ed una propria strategia in settori determinanti, la qual cosa comporta condizioni di vita differenti tra i cittadini dei vari Paesi) .

A queste si potrebbero aggiungere chissà quante altre condizioni per trasformare il Trattato in una vera e propria Fondazione di quella Nazione Europea che nella compattezza giuridica e nelle diversità peculiari di ciascun Popolo potrebbe veramente rappresentare ancora la guida per tutto il mondo. Ma è necessario fare presto e soprattutto è necessario” avere la voglia di fare”, altrimenti ci terremmo questa Europa -che di “Unito” ha solo la moneta- con tutte le sue contraddizioni con possibili altri exit, magari di pancia, che non valutano come non ha valutato la Gran Bretagna, che all’Europa almeno dobbiamo la riconoscenza dovuta a chi ci ha assicurato 70 anni di pace e di benessere.

Torneremo presto sull’argomento perché lo dobbiamo alle giovani generazioni che non hanno conosciuto direttamente gli orrori di una guerra in casa.

Passiamo ora al secondo argomento: il taglio al Cuneo Fiscale.

Sono contento del provvedimento che, per me, però ha una grossa limitazione e mi spiego. Innanzitutto, voglio ricordare a me stesso cosa sia il “Cuneo Fiscale”: in poche e semplici parole per “Cuneo Fiscale” si intende la differenza tra retribuzione lorda e netta nella busta paga del lavoratore, utilizzata dallo Stato per pagare i costi di erario e previdenza; “tagliare” questa differenza significa ridurla a favore del lavoratore.

Fatto questo doveroso “memo”, mi chiederete cosa è che non mi va? Non mi va il fatto che il taglio riguardi le retribuzioni fino a 40.000 €, perché lavoratori lo sono tutti, anche quelli che per incarichi e funzioni, percepiscono un reddito superiore; la riduzione andrebbe applicata a tutti, ANCHE DI UN SOLO CENTESIMO, ma a tutti, perché la legge è uguale per tutti, altrimenti abbiamo ricreato le tanto vituperate “Classi Sociali”, magari con il più significativo nome di “Classi Fiscali”, contribuendo ad un ulteriore divisione della Popolazione. E poi, perché non estendere il beneficio ai pensionati? Anche sulle loro pensioni le tasse gravano in maniera pesante, o vogliamo solo pregare Iddio che se li “raccolga” al più presto, così cessano di essere un peso per la Comunità, che non ricorda che si è andati avanti -nel bene e male- in virtù della loro attività, comunque la si voglia giudicare!

Prima di chiudere -avevo inizialmente promesso che avrei parlato solo di due argomenti e per questo mi scuso- voglio solo accennare al problema incombente del “Coronavirus”, certamente non sulla parte tecnica che non mi compete, ma solo per osservare che il Governo, in merito, ha dichiarato lo “Stato di emergenza”, determinando nella gente comune una forte apprensione sull’andamento del fenomeno. Io ritengo che, in questi casi, vada spiegato che quando si dichiara lo Stato di emergenza, sicuramente ci si trova dinanzi ad una situazione non normale, ma la “dichiarazione” non è strettamente legata alla gravità dell’evento bensì alla possibilità di mobilitare risorse economiche ed altro per fronteggiare meglio gli avvenimenti: forse saremmo tutti più tranquilli! Per oggi basta così!

BUONA SETTIMANA A TUTTI

Segretario Generale di SI.A.MI.CO. Gen. C.A. CC (c.a.) Serafino Liberati

Fonti utilizzate

Il Messaggero, la Repubblica, il Giornale, il Fatto quotidiano, Avvenire, MF, Il Sole 24 ORE, Il Manifesto, “NATO: IL FUTURO” di Piero Baroni, www.lettera 43.it, Corriere della Sera, Libero, Il Giorno, La Notizia, La Verità, Left, La Stampa, Italia Oggi.