“TUTTI COLORO CHE SCRIVONO SONO UN PO’ MATTI. IL PUNTO E’: RENDERE INTERESSANTE QUESTA FOLLIA” (Francoise Truffaut- regista)
Cari amici, ben trovati! Mi è giocoforza, oggi, aprire il nostro incontro settimanale con una seria riflessione su un fatto che ritengo più complesso di quanto possa apparire: mi riferisco al contagio -chiamiamolo ancora così- del “Coronavirus”, proveniente dalla Cina. Il problema oggi si è trasferito, purtroppo per noi, anche e direttamente in casa nostra. La stampa riferisce di focolai in Lombardia, nel Veneto, con casi sporadici in altre regioni; da qui non c’è programma televisivo o radio, che sull’onda di rendere un servizio pubblico, non faccia che cavalcare la notizia, invitando a parlare specialisti di più o meno chiara fama, altri assolutamente sconosciuti, o personaggi che nulla hanno a che fare con il mondo della sanità, che si prestano a fornire, ciascuno, le sue valutazioni, il suo sapere pregresso, i suoi consigli, magari anche validi, contribuendo decisamente, però, ad ingenerare nella popolazione non un vero e proprio timore, ma di certo una sorta di sorda apprensione, aggravata dall’inevitabile confusione determinata dalla moltitudine delle voci. Ebbene, io dico che al punto in cui siamo, per evitare false, poco corrette o di proposito artate informazioni, le competenti Autorità dovrebbero scegliere un solo canale televisivo ed un solo canale radio ufficiali e dedicati, da dove -e solo da quelli- esperti delle varie discipline connesse al fenomeno in contesto, dal Governo stesso incaricati, possano diramare alla popolazione, con stabilita periodicità, le ufficiali, necessarie informazioni -rivolte anche alla stampa- proibendo a tutti i network la trattazione, in qualunque maniera, della materia. Questo, secondo me, contribuirebbe a tranquillizzare l’opinione pubblica dando, per altro, il concreto, rassicurante segnale di un controllo assoluto della situazione da parte di chi a ciò è preposto.
Passiamo ora ad altro, anche per alleggerire e sdrammatizzare la situazione, e parliamo di come sta cambiando la famiglia italiana, alla luce dei dati forniti dall’ISTAT relativi al 2019. Un dato emerge su tutti: nel 2019 si sono avute appena 435mila nascite, cioè il peggior dato di sempre che è ancora più grave se consideriamo che un quinto di queste nascite -circa 85mila bambini- hanno madre straniera. La maggior parte dei commentatori attribuisce il fenomeno ai motivi economici che si trovano ad affrontare le giovani coppie e cioè alla difficoltà di reperire abitazioni a basso costo, difficoltà di reperire un lavoro ben retribuito la qual cosa costringe anche la donna a lavorare e quindi a rinunciare almeno per un decennio ad avere figli; altro motivo ostativo si individua nello scarso aiuto finanziario che proviene dallo Stato. E queste sono le voci correnti, ma io ritengo che, ancorché i motivi individuati siano reali, alla base di tutto ci sia un diverso approccio che la generazione dei 24-34enni ha con il matrimonio e con la vita di coppia. Questa oggi, guarda con maggiore attenzione e priorità al tempo libero, alla vita di relazione, alla realizzazione sul piano personale, anche per le donne, tutte cose che trovano limitazioni in un bambino, soprattutto se non c’è una famiglia alle spalle che aiuta. Così, nell’attesa, si arriva ai 40 anni quando, all’improvviso, ci si accorge che avere un figlio può completare la propria esistenza e rafforzare l’unione di coppia: ma già è tardi ed allora, se va bene, di figli se ne fa solo uno; l’indagine ISTAT conferma che fanno più figli le ultraquarantenni, di quanto ne facciano quelle fino a 20 anni. Attenzione, io non recrimino nulla, non colpevolizzo i giovani: va bene così, la società è andata avanti, evolvendosi in questa direzione, ma voglio solo sottolineare che se continuerà questo trend, negativo per noi, tra 30 anni, ed anche meno, nasceranno più bambini stranieri che italiani, per cui sarà data una svolta decisiva al nostro sistema di vita ed al nostro cambio di cultura. Pensateci!
Voglio solo sfiorare un 3° argomento, ma sul quale desidero attirare la vostra attenzione: in mezzo a tanti problemi, veramente seri, il Governo, nel decreto 1000 proroghe, ha dato alcune norme -valide?- per l’utilizzo dei monopattini a motore che, comunque, non essendo stati ristretti gli spazi utilizzabili –possono circolare dovunque, ad eccezione delle strade extraurbane, se non provviste di piste ciclabili- contribuiranno sicuramente a complicare ancora di più il già difficile traffico urbano: ma chi deve guadagnare questa volta? Boh!!!
BUONA SETTIMANA A TUTTI
Segretario Generale di SI.A.MI.CO. Gen. C.A. CC (c.a.) Serafino Liberati
Fonti utilizzate:
Il Messaggero, la Repubblica, il Giornale, il Fatto quotidiano, Avvenire, MF, Il Sole 24 ORE, Il Manifesto, Corriere della Sera, Libero, Il Giorno, La Notizia, La Verità, Left, La Stampa, Italia Oggi.