“TUTTI COLORO CHE SCRIVONO SONO UN PO’ MATTI. IL PUNTO E’: RENDERE INTERESSANTE QUESTA FOLLIA” (Francoise Truffaut, regista).

Cari amici, ben trovati!

Toglietevi la mascherina, almeno nello scorrere queste poche righe, per darmi l’illusione di immaginarvi come vi conosco, altrimenti va a finire che quando avremo la libertà di toglierla (chissà quando!) saremo tanto invecchiati da non riconoscerci più! Ma bando agli scherzi e andiamo al dunque!

Sul Paese permane un’aria di precarietà e di incertezza: il Premier Conte  elabora e fornisce direttive che le Regioni -chi con una motivazione, chi con un’altra- non vogliono seguire ed allora assistiamo alla commedia dell’arte (forse perché i teatri sono chiusi?): nella Provincia Autonoma di Bolzano è tutto aperto; nel Veneto quasi; il Sindaco Sala a Milano si arrabbia perché i navigli sono invasi; in Calabria ed in Puglia vogliono fare come loro ritengono più opportuno (anche se il TAR ha accolto il ricorso del Governo contro le annunciate  aperture autonome della Regione Calabria, ma si doveva arrivare ad un pronunciamento del Magistrato? E’ questa la fiducia che suscita il Governo ed il suo Comitato Scientifico?). Nei net-work televisivi, anche in quelli trasmessi dalla TV pubblica, abbondano interviste-spettacolo dove l’esperto di turno fornisce le sue valutazioni, spesso difformi le une dalle altre (uno: il virus si sta indebolendo; un altro: il virus mantiene inalterata la sua forza, forse siamo noi che ci stiamo abituando a conviverci, ecc). C’è chi spinge per aprire e chi chiede prudenza; è evidente e logico che chi è titolare di un’attività commerciale o di un’azienda abbia urgenza di riaprire subito ma altri -e sono tanti- non vorrebbero, sta di fatto che se fossero arrivati nel giusto tempo gli aiuti promessi e ventilati dal Governo e dall’Europa (siamo in ballo ormai da 2 mesi!), non ci sarebbe -o sarebbe meno decisa- questa spinta a metter da parte la prudenza ed a rischiare, anche la vita, pur di ripartire! In Cina, a Wuham, hanno riaperto, ma dopo 3 mesi di totale chiusura, “a contagio zero”; noi abbiamo ancora -i dati sono riferiti alla giornata di ieri- 194 morti, 1.083 contagiati. Ma dove andiamo? E i numeri?  Ci stanno sbandierando un numero alto di guariti (103.000 circa in totale, 8.000 in un solo giorno): ma questi numeri a chi si riferiscono? Chi ha testato le guarigioni? Questi malati, poi guariti, dove stavano? Tutti negli ospedali (sono circa 19.000 i ricoverati), o in casa (risulta che in isolamento domiciliare siano, ancora, circa 70.000 persone) ed allora, questi ultimi chi li controlla e li testa? I medici generali che, però, difficilmente vanno a fare visite a casa? Certo che qualche dubbio viene!

Il Presidente Conte, nelle dirette, alle quali ci ha abituato, somministra informazioni su quanto vorrebbe che si facesse -ma poi non ha la forza di andare fino in fondo- appellandosi al Comitato Scientifico (chi sono?) ma non dice nulla sulla opportunità (o necessità?) di mettere a sistema le pratiche sanitarie valide, creando dei protocolli nazionali di cura per evitare che ogni ospedale adotti un proprio metodo. Dopo 218.000 casi e 30.000 morti sarebbe eccessivo aspettarselo? Non ci dà una idea precisa di quale siano le strategie e le previsioni della ricerca sui vaccini, soprattutto non ci dice nulla su quando, gli aventi diritto, potranno avere in mano gli aiuti economici promessi.

Vanno bene le conferenze del Premier, ma oltre le solite, giuste raccomandazioni ci faccia conoscere l’esatta situazione, dia poche disposizioni ma chiare, precise, non faccia oggi un’affermazione e la smonti domani, non sotto la luce di dati scientifici provati, ma sotto la spinta di necessità contingenti della gente che il Governo non è riuscito a soddisfare altrimenti! Questo è lo stato dei fatti, di fronte al quale il Cittadino cosa deve pensare? Non certo che la situazione sia sotto controllo!

Inoltre, in questo frangente alquanto fluido -a voler usare un eufemismo- alcuni Sindaci (il famoso partito dei Sindaci?) si stanno compattando al fine di ottenere maggiori, autonomi poteri.

Tra questi il Sindaco di Roma che in una recente intervista ha reclamato il diritto di avere maggiori poteri, dimenticando, per esempio, come non abbia saputo neppure sfruttare il periodo di lockdown  quanto meno per migliorare la città dal punto di vista della pulizia e dell’igiene (l’unica cosa che va riconosciuta è come, in questo periodo, almeno la spazzatura sia stata prelevata giornalmente) ma le strade sono rimaste rovinate, piene di buche e soprattutto sporche (si poteva approfittare del traffico zero per far agevolmente lavorare gli addetti, certamente in sicurezza, come è stato fatto a Genova, dove il cantiere del nuovo ponte non è mai stato chiuso); aveva promesso la sanificazione di tutte le strade di Roma ma, pare, ne sia stata trattata una su tre. Allora, dico io, o non serve a nulla e per le strade sanificate sono stati spesi dei soldi inutilmente o se la sanificazione è ritenuta un utile strumento per coadiuvare la lotta al virus, due terzi dei Cittadini Romani non hanno potuto avvalersi ed essere garantiti da questa disinfettazione: ma le tasse le paghiamo tutti (almeno in teoria!). E allora? Il Sindaco vorrebbe più poteri? Per cosa farci?

Ultima annotazione: aderendo alla richiesta di un gruppo di Senatrici, il dott. Colao sembra abbia inserito altre 3 donne nella Task Force della Ricostruzione (tre già c’erano). Qualcuno ha detto per bilanciare le “quote rosa”. Sono contento ed è giusto che vi siano anche delle donne, ma non come “quote rosa”; qui non siamo in una competizione elettorale, in questo contesto deve poter parlare chi ha qualcosa da dire e non per soddisfare delle esigenze formali!

Per altro lo stesso dott. Colao o chi per Lui, si è ben guardato dall’inserire in quel gruppo -visto che avevano messo mano alle modifiche non sarebbe stato difficile- un rappresentante di adeguato livello delle Forze Armate Italiane e lo dico non per sottolineare l’aver trascurato un settore importante del sistema Paese, ma perché continuando ad ignorarlo -come si sta facendo- si privano i cittadini dell’apporto di personale particolarmente esperto in ogni tipo di sicurezza, professionalmente preparati e predisposti a gestire la resilienza. Ma forse il mancato coinvolgimento delle Forze Armate nella fase di ricostruzione è dovuto al fatto che per i Militari 2+2 fa solo 4 e non può fare né 3, 9 né 4, 1; ma tant’è!

Per oggi termino qui, ma ci tengo a ribadire che le mie osservazioni non vogliono essere critiche ma solo suggerimenti, se qualcuno, ritenendole non del tutto fuori luogo, volesse approfittarne.

BUONA SETTIMANA E, SIATE CERTI, “non prevarrà, ma nessuno potrà farcela da solo”!

Segretario Generale di SI.A.MI.CO

Gen. C.A. CC (c.a.) Serafino Liberati

Fonti utilizzate:

Il Messaggero, la Repubblica, il Giornale, il Fatto quotidiano, Avvenire, MF, Il Sole 24 ORE, Il Manifesto, Corriere della Sera, Libero, Il Giorno, La Notizia, La Verità, Left, La Stampa, Italia Oggi.