“TUTTI COLORO CHE SCRIVONO SONO UN PO’ MATTI. IL PUNTO E’: RENDERE INTERESSANTE QUESTA FOLLIA” (Francoise Truffaut, regista).

Cari amici, ben trovati!

Non ci posso ancora credere ma è andata così: le Regioni che, per settimane, avevano sbattuto in faccia al Presidente Conte la necessità della riapertura delle attività, differenziata per territori, nel momento in cui il Premier ha ceduto ed ha detto sì, invece di esultare, con i conseguenti, “virtuali” abbracci per l’obiettivo raggiunto, cosa hanno fatto? Hanno fatto una rapida marcia indietro e prendendo di sorpresa Conte, che pensava di aver risolto tutto venerdì 15 Maggio, lo hanno costretto ad una riunione notturna (naturalmente in videoconferenza) nella notte tra sabato e domenica -protrattasi fino alle 03.00 di domenica mattina- chiedendo ed, alla fine, ottenendo, che le loro linee guida -sono  schede tecniche  con “indirizzi operativi specifici, validi per i singoli settori di attività”, redatte  d’intesa con le categorie economiche- fossero allegate al DPCM di Conte, come un imprimatur governativo che non li lasciasse soli nel caso le riaperture, ottenute “forzatamente”, procurassero, nel prossimo futuro, guai ulteriori: questa, ritengo, sia la verità, qualunque sia ogni altra motivazione addotta, in particolare la preoccupazione che il DPCM, cosi come elaborato, potesse rendere meno efficienti le linee guida unitarie delle Regioni in quanto, come qualcuno ha affermato, nel dispositivo governativo “non c’è il richiamo alle linee guida delle Regioni e chiama in causa non meglio precisate linee guida nazionali”. Alla fine si è riusciti a chiudere -anche se i Governatori di Campania e Molise non hanno firmato- ma questa non è stata certo una espressione di democrazia, piuttosto la vedrei come un segno di debolezza del Governo.

Comunque, dopo questi fatti, mi pare ovvio, come ha anche riconosciuto il Presidente del Consiglio, che, al termine dell’emergenza, “dovremo fare una riflessione, perché è chiaro che un assetto ordinamentale come questo denuncia delle farraginosità……..E’ chiaro che è un assetto che deve registrare qualche correzione”, come a dire che, forse, occorrerà riflettere su una eventuale riforma costituzionale. Immediata la replica di Zaia, Governatore del Veneto, domandandosi “Conte chiede una revisione costituzionale?” e proseguendo “A casa mia davanti a 2 milioni di Veneti che hanno votato un referendum, è l’ottenimento dell’autonomia”: ma il Governatore Zaia dimentica che ci sono altri 58 milioni di Italiani ai quali l’autonomia regionale, in forma pronunciata, potrebbe non andare bene, perché potrebbero non volere che l’Italia torni ad essere un complesso di “tanti piccoli staterelli”, anzi sono proprio le parole del Governatore veneto che rendono opportuno, se non indispensabile, un chiarimento costituzionale, quando avremo sconfitto il coronavirus.

Comunque, io torno a ribadire che le “spinte” alle aperture affrettate non ci sarebbero state se fossero arrivati concretamente e con maggiore semplicità gli aiuti promessi dal Governo e dall’Europa. Ma quando arriveranno? Alla prossima “Pandemia”?

Voglio sottolineare che il Presidente Conte, nel corso della conferenza stampa di presentazione del DPCM, rispondendo ad una domanda sul giro dell’usura nel quale potrebbe essere incappato qualche imprenditore in difficoltà, ha risposto “E’ un cruccio mio e del governo. Stiamo monitorando i flussi….. Nel decreto rilancio ci sono finanziamenti a fondo perduto. Dobbiamo far sì che i soldi arrivino nelle tasche dei cittadini”. Allora io, a questo punto, mi domando e suggerisco: “Perché non si approva un rapido provvedimento legislativo che, temporaneamente, in questo frangente, raddoppi le pene previste per il reato di usura, triplicandole se, dal fatto, ne derivi un nocumento fisico alla vittima?”; ed egualmente potrebbero essere rivisti i reati di truffa (si sono verificati, purtroppo!) che hanno ad oggetto materiale sanitario, necessario ai cittadini in questa emergenza pandemica.

Ultima riflessione: si stanno contorcendo su come implementare il gettito turistico. Effettivamente questo è un problema per tutti gli Stati ma in particolare per l’Italia che ha 8.000 km di spiagge. E allora si stanno inventando di tutto: distanze tra gli ombrelloni, prenotazioni per andare in spiaggia, bungalow contenitivi e quant’altro.

Io, però, mi chiedo: hanno pensato che tutte queste predisposizioni andrebbero bene se ad usufruire delle spiagge fossero solo gli adulti, ma i ragazzi, i bambini, come li tieni distanziati? Come fai a non farli giocare tra loro o, per i più grandicelli, come fai ad impedire che stringano amicizie od altro? Probabilmente preferiranno rimanere dove risiedono perché lì, comunque la vita sarà più facile.

E, per oggi, ho terminato.

BUONA SETTIMANA E, SIATE CERTI, “non prevarrà, ma nessuno potrà farcela da solo”!

Segretario Generale di SI.A.MI.CO.

                                         Gen. C.A. CC (c.a.) Serafino Liberati

Fonti utilizzate:

Il Messaggero, la Repubblica, il Giornale, il Fatto quotidiano, Avvenire, MF, Il Sole 24 ORE, Il Manifesto, Corriere della Sera, Libero, Il Giorno, La Notizia, La Verità, Left, La Stampa, Italia Oggi.