“TUTTI COLORO CHE SCRIVONO SONO UN PO’ MATTI. IL PUNTO E’: RENDERE INTERESSANTE QUESTA FOLLIA” (Francoise Truffaut, regista).
Cari amici, ben trovati!
Innanzitutto mi auguro che godiate buona salute.
Desidero, poi, formularVi i migliori auguri come Italiani, perché oggi come sapete, ricorrono 160 anni dalla proclamazione dell’Unità d’Italia e questo giorno è stato scelto come “Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”.
Fatto questo doveroso ricordo storico eccoci al dunque.
Come avete potuto constatare, il Presidente Draghi ha caratterizzato l’inizio del suo mandato -dopo la nomina dei ministri- con i cambi al vertice della Protezione Civile -Fabrizio Curcio per Angelo Borrelli- e del Commissario Straordinario per l’emergenza covid, chiamando a questo incarico al posto di Domenico Arcuri, il Gen. C.A. dell’Esercito Francesco Paolo Figliuolo e coinvolgendo, così, in ruoli decisionali nella risposta alla pandemia, le Forze Armate che, fino ad oggi, inspiegabilmente erano state trascurate, mentre sarebbe stato opportuno, come spesso ho suggerito, da queste pagine ed attraverso comunicati stampa, sfruttare fin da subito le loro particolari formazione, preparazione ed esperienza nei settori dell’Organizzazione e della Resilienza. In questo frangente si è rivelato fondamentale il ruolo del Presidente del Consiglio, quale vero coordinatore istituzionale, figura della quale il Paese aveva estremo bisogno. La rimodulazione del sistema di risposta alla pandemia, da parte del Premier, è poi proseguita con la riduzione da 26 a 12 degli appartenenti al Comitato Tecnico-Scientifico e con la individuazione di un portavoce dello stesso, unico a poter formulare dichiarazioni ufficiali (era ora!).
Vi è stata poi un’accelerazione sensibile del piano vaccinale, che però sta subendo una frenata, speriamo per poco e, come ha assicurato il Gen. Figliuolo, con possibilità di veloce recupero, a causa della nota vicenda relativa a possibili effetti collaterali del vaccino anglo-svedese Astrazeneca (a parte notevoli reazioni febbrili vi sono state anche alcune morti sospette), che hanno indotto molti Stati europei -tra cui l’Italia- a sospendere, precauzionalmente, la somministrazione dello stesso, in attesa di una liberatoria da parte dell’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali).
E’ evidente come, ora, ci si sforzi di gettare acqua sul fuoco con dichiarazioni provenienti da più parti, anche scientifiche, circa la normalità percentuale di alcune reazioni anomale del predetto vaccino, ma come disse il poeta “voce dal sen fuggita poi richiamar non vale, non si trattien lo strale quando dall’arco uscì”, per cui l’opinione pubblica si è, per così dire “allertata” e molti sono quelli che cominciano ad esprimere seri dubbi sull’opportunità di sottoporsi al citato vaccino, quand’anche venga dato il via libera dalle autorità vigilanti: sarà necessaria un’opera concretamente convincente, da praticarsi con urgenza, per far rientrare la inevitabile perdita di fiducia!
La vicenda “Astrazeneca”, però, ci induce ad alcune utili riflessioni.
La prima e più immediata, è quella relativa all’ineludibile fatto che, nella produzione e messa a punto dei vaccini, si è dovuto procedere con una inevitabile fretta, dovuta anche alla circostanza che non ci si è attivati, con analoga intensità di intenti e di risorse, nella ricerca di una cura medica certa e determinata, che avrebbe potuto dare sicurezza alle popolazioni nelle more della individuazione di un vaccino ben determinato sotto tutti i punti di vista (cosa che potrebbe richiedere anche anni di lavoro!).
Altra immediata considerazione riguarda la opportunità o meglio la necessità di attivare, se possibile, una linea di produzione di vaccini (penso che in avvenire ne serviranno altri e non dovremo farci trovare impreparati) propria del nostro Paese, per renderci autosufficienti in un settore delicatissimo, dove, peraltro, contiamo delle eccellenze a nessuno inferiori.
Una terza considerazione -che discende dalla prima- concerne la evidente esigenza di destinare -anche se siamo in forte ritardo-parte delle risorse alla ricerca di un sicuro sistema di cura, che darebbe tranquillità a tutti, ma soprattutto a quelle persone -e sono tante- che, per svariati motivi, non possono essere sottoposte a vaccinazione e che non è giusto siano abbandonate alla speranza che il destino non faccia loro contrarre la malattia (uno Stato non può affidare al caso la salute neanche di un solo cittadino!).
Voglio ora sottoporre alla Vostra attenzione un fatto che mi ha veramente sconcertato e che mi ha confermato come la Politica -almeno certa Politica- non abbia ancora ben compreso in quale arco di tempo stiamo vivendo se è vero, come è vero, che il nuovo Segretario del PD, Enrico Letta, nella sua prolusione all’accettazione dell’incarico, ha posto fra i suoi prossimi obiettivi, l’introduzione in Italia della cittadinanza “ius Soli” e l’abbassamento a 16 anni del limite di età per votare, propositi notoriamente in antitesi -soprattutto il primo- con quelli del Centro Destra: vale a dire che invece di individuare progetti che aiutino chi si sta battendo per far uscire il Paese da questa emergenza, soprattutto sanitaria ed economica, il neosegretario PD sceglie argomenti che rischiano di sfaldare l’attuale maggioranza con prevedibili rischi per la compagine governativa e che invece hanno il solo, poco velato, scopo di reperire nuovi consensi, attesa la quasi cristallizzazione degli attuali assetti politici.
Ma non è certo questa, oggi, la prima necessità della nostra Gente! E per oggi ho finito!
BUON PROSEGUIMENTO DI SETTIMANA A TUTTI, E, RICORDATE “il Virus non prevarrà, ma nessuno potrà farcela da solo”!
Serafino Liberati
Gen. C.A. CC (c.a.) Segretario Generale di SI.A.MI.CO.
Fonti utilizzate:
Il Messaggero, la Repubblica, il Giornale, il Fatto quotidiano, Avvenire, MF, Il Sole 24 ORE, Il Manifesto, Corriere della Sera, Libero, Il Giorno, La Notizia, La Verità, Left, La Stampa, Italia Oggi.