“TUTTI COLORO CHE SCRIVONO SONO UN PO’ MATTI. IL PUNTO E’: RENDERE INTERESSANTE QUESTA FOLLIA” (Francoise Truffaut,regista).
Cari amici, ben trovati!
Voglio, innanzitutto, augurarmi ed augurarvi di godere buona salute, fondamentale in questi tempi.
Desidero, poi, fare ammenda con Voi in quanto vi ho, per così dire, “abbandonati” per circa sette mesi (l’ultima nota è datata 12 luglio 2020), ma l’“andazzo” di questa politica sembrava un muro invalicabile contro il quale si infrangeva anche l’evidenza!
Un solo esempio che, ritengo, valga per tutto.
All’inizio della scorsa estate “sembrava” che le cose andassero per il meglio: i contagi erano in caduta libera, le terapie intensive svuotate, gli ospedali quasi sgomberi per cui si è dato il via -invero, da parte di tutti ed ancorché, questo va detto, l’OMS non avesse assolutamente disattivato il pericolo pandemico- ad una sorta di follia liberatoria che ha consentito di riempire le spiagge, i ristoranti ed i bar, di riattivare i viaggi ed i voli turistici, permettendo alla Gente di respirare una boccata di ossigeno psicologico ed economico, che si riteneva, a quel punto, indispensabile per andare avanti.
Al termine del periodo estivo, però, questa politica “imprevidente” si è ben guardata dall’ascoltare gli allarmi degli esperti, quelli veri, che preconizzavano una recrudescenza del virus, dovuto alla “spensieratezza estiva”, la seconda ondata, cosi detta quasi si trattasse di una inevitabile carica di cavalleria e non della prevedibile conseguenza di comportamenti imprudenti -riaprendo affrettatamente le scuole in coincidenza della fine delle vacanze- e non pensando che sarebbe, forse, bastato far slittare l’inizio dell’anno scolastico a novembre ed attuare una sorta di Lockdown ridotto per i mesi di settembre ed ottobre per far sì che si diluisse la carica contaminante, accumulata nel periodo estivo, quando, ripeto, si era tornati ad una vita quasi normale.
Poi è successo di tutto! La seconda ondata ha determinato la colorazione delle Regioni in base alla diffusione del virus: bianche, gialle, arancioni e rosse, con restrizioni differenziate, lo spostamento delle stesse, settimanalmente, da un colore all’altro, con conseguente disorientamento della gente -ma soprattutto delle attività imprenditoriali- e la Politica ha continuato a sguazzare in questa palude, agendo come se si stesse giocando una partita a scacchi e non con la morte che, invece, ha colpito e colpisce ancora una media di 500 persone al giorno, più della 2^ guerra mondiale! Quanto precede ha avuto una riprova con l’apertura della crisi di governo -non voglio entrare nel merito- che ha costretto il Presidente della Repubblica, esaurita ogni altra possibilità, a richiamare tutti i Partiti all’Unità nazionale o al bene comune, come si voglia chiamare -ma forse doveva farlo prima-, affidando l’incarico di formare il Governo ad una eminentissima personalità di livello internazionale, che, ritengo, abbia accettato per il solo amor di Patria se è vero, come è vero che spesso, in precedenza, aveva negato la propria disponibilità ad un esecutivo non supportato dal suffragio popolare (forse questa è la giustificazione al carattere più politico che tecnico del suo Governo ed a qualche sorprendente, mancata discontinuità nello stesso). Così, oggi, siamo al Governo Draghi, votato da tutti i Partiti -tranne qualche incauto dissidente- ad eccezione di Fratelli d’Italia, che, ab origine, ha espresso la sua preferenza per le elezioni anticipate; e bene ha fatto la Meloni a non votare la fiducia, né alla Camera né al Senato, altrimenti il Governo Draghi avrebbe, da subito, acquisito la scomoda etichetta di governo “Bulgaro”! Staremo a vedere, ma una cosa ritengo sia oggi importante dire a chiare lettere: non facciamo, di Draghi, il toccasana di tutti i mali ed il Deus ex machina per ogni esigenza, aspettandoci che risolva, nei due anni -al massimo- in cui durerà il suo governo, tutti i problemi che, nei precedenti 40 anni, la politica di ogni colore, che si è avvicendata al governo del Paese, non ha saputo, o potuto, risolvere.
Secondo me, Draghi deve fare tre cose sole, pesantissime, ma determinanti per oggi e per il futuro dell’Italia: per prima cosa, deve varare un valido, efficace e risolutivo Piano Vaccinale, che metta in sicurezza la Popolazione italiana, coinvolgendo anche l’Europa e, perché no? anche le Nazioni Unite, ove gode del massimo rispetto e della più incondizionata fiducia (non dimentichiamo che il problema è mondiale!); in secondo luogo -e questo è pane suo– deve inventarsi, al più presto, un credibile, concreto e soddisfacente Piano dei Ristori, per dare ossigeno al Sistema Paese, nelle sue varie componenti produttive, tanto duramente provato dalla Pandemia e dalle incertezze e titubanze del “Potere”, nella particolare circostanza; ed, infine, deve rimodulare il progetto del Recovery fund (letteralmente: fondo di recupero, che si prefigge lo scopo di contenere gli effetti devastanti della Pandemia) mettendo in campo le sue riconosciute, enormi esperienza e capacità nel settore, per dar luogo ad un disegno valido, utile, efficace e, soprattutto, lungimirante, di impiego dei fondi europei, inserendo, però, -aggiungo io- appositi e necessari paletti, che, in futuro, garantiscano la effettiva, concreta realizzazione di quanto da lui ipotizzato e di cui, certamente, gli Italiani si fidano.
Sia chiaro: non pretendo di insegnare niente a nessuno e quanto precede è solo il pensiero di un cittadino della strada!
Un secondo argomento, oggi, voglio porre alla vostra attenzione ed è quello relativo alle prossime elezioni del Sindaco di Roma. Come per il passato, la ridda di nomi che la politica fa circolare è variegata e variopinta -si pensa, addirittura, di riproporre la Raggi!-, ma dei nomi che circolano, nessuno, mi sembra avere le caratteristiche che si richiedono al Sindaco di una Capitale particolare come Roma, talché, se queste sono le premesse, ci ritroveremo, e dovremo accontentarci, di un qualcuno che, se va bene, sarà anche abituato a fare politica ma non avrà mai gestito direttamente sei milioni di persone, con i risultati che tutti possiamo prevedere. Di fronte a questa situazione talmente fuori dalla norma, di getto, mi viene fuori una proposta, anch’essa fuori dalla norma: mettiamo la carica di Sindaco di Roma a Concorso tra tutti i cittadini italiani che abbiano più di 30 anni e meno di 60 e non abbiano condanne o pendenze penali per fatti non colposi. Se quanto da me proposto è costituzionalmente possibile o raggiungibile, potrebbe, forse, essere una soluzione. Andrebbe costituita, all’uopo, una commissione di garanzia di 5 membri estratti a sorte tra gli appartenenti ad organismi Statali non politici (ad esempio Notai, Prefetti, Militari, ecc.) per la redazione di una graduatoria di merito, sulla scorta, esclusivamente, del contenuto dei curricula di competenza inviati. I primi tre della graduatoria andrebbero, poi, sottoposti alla votazione dei cittadini e qualora uno dei tre dovesse conseguire più del 50% delle preferenze, sarebbe subito eletto Sindaco, altrimenti i primi due andrebbero al ballottaggio, come in atto praticato; quello dei due che dovesse ricevere più voti sarebbe Sindaco di Roma per i successivi cinque anni. Il Ministro Franceschini ha fatto qualcosa di analogo con i Direttori di venti musei italiani ed ha risolto il problema, a quanto si dice, in maniera abbastanza soddisfacente.
Pensateci, considerando, altresì, che la scelta del precedente Presidente del Consiglio, Avv. Giuseppe Conte, non ha tenuto conto della “verginità di competenza politica praticata” dello stesso, e si trattava del Capo dell’Esecutivo e non dell’amministratore di un condominio!
Tenete, comunque, presente che questa è pur sempre la proposta di un qualunque cittadino di Roma, di un uomo della strada, che si danna non riuscendo a capire come la politica non voglia, o non sia in grado, di reperire una persona capace di gestire la Capitale d’Italia al di fuori degli interessi di parte e solo per il bene dei cittadini, e scusatelo, se riterrete!
BUONA SETTIMANA A TUTTI, E, RICORDATE “il Virus non prevarrà, ma nessuno potrà farcela da solo”!
Serafino Liberati
Gen. C.A. CC (c.a.) Segretario Generale di SI.A.MI.CO.
Fonti utilizzate:
Il Messaggero, la Repubblica, il Giornale, il Fatto quotidiano, Avvenire, MF, Il Sole 24 ORE, Il Manifesto, Corriere della Sera, Libero, Il Giorno, La Notizia, La Verità, Left, La Stampa, Italia Oggi.