“TUTTI COLORO CHE SCRIVONO SONO UN PO’ MATTI. IL PUNTO E’: RENDERE INTERESSANTE QUESTA FOLLIA” (Francoise Truffaut, regista).

Cari amici, ben trovati!

Gli argomenti da trattare, questa settimana, sarebbero tanti: dai circa 20.000 morti in più, per Coronavirus, secondo l’INPS e non registrati dal bollettino ufficiale della Protezione Civile, ai fardelli dei decreti attuativi che rallentano l’entrata in vigore di quanto stabilito nei DPCM per l’emergenza Coronavirus (sarebbero 151 complessivi, di cui soltanto 38 adottati); dal voto ridicolo sulla mozione di sfiducia per il Guardiasigilli Alfonso Bonafede, a seguito delle polemiche sorte per i boss fuoriusciti dal carcere per l’emergenza della diffusione del Coronavirus e per la mancata nomina di Nino Di Matteo a Capo del DAP, allo stop imposto al progetto europeo -sostenuto da Francia e Germania- di risorse destinate alla ripresa, finanziate con debito comune, dai cosiddetti “paesi rigoristi” -Olanda, Austria, Danimarca e Svezia- nel non volere elargizioni a fondo perduto ma solo prestiti da restituire con annesse non ben precisate riforme.

Ho scelto, però, gli argomenti che seguono, perché ritengo che siano i più significativi della situazione di disagio in cui versa il nostro Paese, al di là dell’emergenza socio-sanitaria attuale.

1° argomento: l’indegna gazzarra scatenata alla camera il 21 u.s. da uno sconosciuto deputato grillino, tale Riccardo Ricciardi, il quale durante il dibattito seguito alle dichiarazioni di Conte, ha criticato in forma abnorme ed inopportuna, la gestione della sanità in Lombardia, scatenando durissime proteste da parte di tutto il centrodestra, in maniera particolare di alcuni deputati dalla Lega che, abbandonati i loro posti, si sono avvicinati con fare minaccioso a Ricciardi, protetto dai suoi. La tensione è subito salita ed ha costretto il Presidente Fico (per altro, della stessa corrente di Ricciardi) a sospendere la seduta per 20 minuti. Alla ripresa, agli esponenti del centro-destra che gli chiedevano esplicitamente di dissociarsi dal Ricciardi, il Premier Conte ha risposto “Si è insinuato che io condividessi quell’intervento di Ricciardi: ma sono opinioni personali, io non ho aizzato nulla”. L’episodio, di per sé vergognoso, perché verificatosi nel contesto più alto del sistema democratico, in un momento che richiedeva unità di intenti e non divisioni pretestuose, è però significativo di come ormai i 5stelle siano un gruppo di persone abbandonato a se stesso, senza una guida precisa e soprattutto senza strategie lungimiranti, quasi gente che si trovi lì per caso, in completa anarchia e con la sprovvedutezza sintomatica dell’inesperienza.

E’ evidente, per tutti, che, alla fine dell’emergenza, dovranno essere fatti i conti: sui rapporti Stato-Regioni, su quello che è andato bene e quello che non ha funzionato, soprattutto per evitare che in un prossimo futuro ci si possa ritrovare in analoghe situazioni e farci sorprendere nuovamente, ma non era quello né il momento né il tono giusto per le accuse, soprattutto mentre il Presidente Conte sembrava tendere una mano alle Opposizioni, chiedendone la collaborazione.

E quanto dico viene avallato anche dalle dichiarazioni di alcuni esponenti della maggioranza -sponda PD- che hanno stigmatizzato l’intervento di Ricciardi, riconoscendone l’inopportunità perché ha ricompattato le opposizioni e radicalizzato le posizioni.  Ed, in effetti, il leader della Lega, Salvini, approfittando della bagarre alla Camera, ha comunicato, in Senato, di aver contattato telefonicamente il Presidente della Repubblica per stigmatizzare l’increscioso incidente, anticipandogli  anche -e qui sta il fatto- di avergli inviato una lettera nella quale, prendendo spunto da quanto riferito dal giornale “Verità” (in merito ai contenuti di una chat  dove un magistrato, riferendosi a Salvini, verso il quale veniva ipotizzato il reato di sequestro di persona per i migranti tenuti a bordo della nave “U.Diciotti”,  affermava che, ancorché avesse ragione, andava attaccato),  chiede che gli venga garantito “un processo giusto, davanti ad un giudice terzo ed imparziale, nel rispetto dell’art. 111 della Costituzione”.

Ma, al di là del Personaggio, io mi chiedo “è giusto che un cittadino di questo Paese, indagato in un processo, debba avere di queste preoccupazioni?”

 

Da qui parte il nostro secondo argomento: l’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) la cui posizione, rammento, ho trattato in una mia precedente nota ma che, a questo punto, ritengo utile ribadire integralmente.

La Costituzione Italiana all’art. 98, afferma che si possono, con apposita legge, stabilire limitazioni al diritto di iscriversi a partiti politici ad alcune categorie di funzionari ed impiegati dello Stato, tra i quali i militari ed i magistrati, in quanto per la delicatezza delle funzioni espletate e perché depositari, nell’ambito delle loro funzioni, del potere dello Stato, è ASSOLUTAMENTE NECESSARIO che siano estranei a qualunque passione di parte, anche per non far sorgere, appunto, illazioni sulla indipendenza ed imparzialità del loro operato. Tale previsione è stata sancita dall’art.3 del decreto legislativo 109 del 2006, subito portato all’attenzione della Corte Costituzionale che, però, con sentenza n 224 del 2009 ha dichiarata non fondata la questione di legittimità costituzionale della norma. Pertanto la norma esiste ed, in linea teorica, salvaguarda la imparzialità del magistrato, ma in linea pratica viene resa inutile perché il 90% dei magistrati è iscritto all’Associazione Nazionale Magistrati, che è un organismo rappresentativo senza carattere politico; in effetti non è un sindacato, non ha potere di contrattazione sulle retribuzioni che sono stabilite con decreto ministeriale, anche se tra gli scopi dell’Associazione, indicati nello statuto, vi è anche quello di tutela degli interessi economici e morali dei magistrati. Il problema è che nell’Associazione, di fatto, esistono varie correnti, di diverso orientamento politico, l’appartenenza alle quali fa risalire ad una determinata parte politica. Ed allora, nell’interesse dei magistrati stessi e di tutti i cittadini e premessa la insopprimibile esigenza –e ci mancherebbe altro che così non fosse– che anche i magistrati abbiano una organizzazione di protezione che li rappresenti, io ritengo che questa debba essere completamente ASETTICA come il COCER delle Forze Armate, senza divisioni in correnti, in maniera che non si possa risalire alle tendenze politiche dei rappresentati.

Non voglio andare oltre, ma desidero chiudere questa nota con le parole di un Magistrato con la M maiuscola, Giovanni Falcone, di cui oggi ricorre il 28° anniversario dell’assassinio, nella strage di Capaci, assieme alla moglie Francesca Morvillo -anche Lei Magistrato- ed agli uomini della Scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo ed Antonio Montinaro.

Ebbene quattro giorni prima della strage Giovanni Falcone, in una intervista, affermava “Bisogna mettere da parte le guerre tra CSM, ANM, Guardiasigilli e Partiti. Cosa Nostra delinque senza soste, mentre noi litighiamo senza soste”.

Oggi, alla luce di quanto riferito dal giornale “Verità”, delle critiche al Guardiasigilli per la scarcerazione di numerosi boss –asseritamente per il pericolo Coronavirus-, della gazzarra indegna, scatenata in aula dai 5stelle, in un momento in cui ci si doveva tutti stringere per superare l’impasse -di cui qualcuno ancora, evidentemente, non ha percepito o non vuole percepire la gravità-  nessuna dichiarazione fu più lungimirante e preveggente di quella!!!

E, per oggi, basta così.

BUONA SETTIMANA E, SIATE CERTI, “non prevarrà, ma nessuno potrà farcela da solo”!

          Segretario Generale di SI.A.MI.CO.

         Gen. C.A. CC (c.a.) Serafino Liberati

Fonti utilizzate:

Il Messaggero, la Repubblica, il Giornale, il Fatto quotidiano, Avvenire, MF, Il Sole 24 ORE, Il Manifesto, Corriere della Sera, Libero, Il Giorno, La Notizia, La Verità, Left, La Stampa, Italia Oggi.