“TUTTI COLORO CHE SCRIVONO SONO UN PO’ MATTI. IL PUNTO E’: RENDERE INTERESSANTE QUESTA FOLLIA” (Francoise Truffaut, regista).
Cari amici, ben trovati!
Oggi non vorrei scrivere, perché sono incollerito! E sono incollerito perché ieri, 25 Aprile, si è persa -come qualcuno ha scritto- una grande occasione: fare della Festa della Liberazione la festa di tutti gli Italiani, magari, suggerisco io, chiamandola “Festa dell’Unificazione”. Le condizioni c’erano tutte: il Coronavirus ha “livellato” tutti, ricchi e poveri, destra e sinistra ponendo tutti nelle condizioni obbligate di procedere insieme (nessuna parte, da sola, sarà capace di farci uscire da questa palude). Ed allora perché ancora questi toni aspri, questi toni di guerra continua; guerra, peraltro, mantenuta accesa da coloro che quegli avvenimenti non li hanno vissuti in prima persona, tranne pochissime eccezioni: i Veri Protagonisti, ormai, hanno trovato la loro pacificazione e si sono ricongiunti nelle “Praterie Celesti”, per chi ci crede, o, per chi non ci crede, si sono dissolti nel nulla.
Gli Italiani la “libertà” riconquistata che, per altro, si erano “tolta” da soli, dopo 70 anni l’hanno ampiamente fagocitata ed inserita nel loro DNA. Ed allora? Ma come, siamo riusciti a trasformare la Festa del 4 novembre, la Festa della Vittoria sull’Impero Austro-Ungarico della 1° guerra mondiale -quella che davvero ci ha unificato dal Nord al Sud- nella giornata delle Forze Armate, perché sia l’Austria che l’Ungheria sono nostri Partners nell’Unione Europea, e non riusciamo a comporre questo dissidio all’interno del nostro Popolo, mantenendone, anzi, alto il livello anche quando le situazioni contingenti -come quella grave, attuale- vorrebbero lo sforzo congiunto, per il conseguimento di quel bene comune che tanto platealmente, ma giustamente, andiamo chiedendo in Europa! E questo solo per alimentare un contrasto politico che, evidentemente, non ha idee perché solo quando non si hanno idee, si ricorre al gossip o ai “fatti importanti” del passato; ma è pur vero -dando ascolto alle ultime polemiche- che non siamo neppure riusciti, dopo oltre 150 anni, a risolvere l’annosa “Questione Meridionale”, che tanto ci ha angosciato dai banchi del liceo; ma tant’è!!!
Mi auguro davvero che “Qualcuno” legga queste mie righe e ne prenda spunto per rinominare -fin dal prossimo anno, che dovrebbe essere quello della “Rinascita, dopo il coronavirus”- la Festa del 25 Aprile come la “Festa dell’Unificazione” dove tutti si potrebbero riconoscere, festeggiare e ripartire insieme! Questo potrebbe essere il vero segnale del “Cambiamento”, che tutti auspicano.
Intanto, andiamo avanti!
Il 23 aprile, giovedì scorso, si è tenuta la tanto attesa riunione dei Capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea che, come avevamo ampiamente previsto, ha avuto un carattere essenzialmente interlocutorio, almeno per quanto riguarda il “Recovery found” -il provvedimento più atteso ed importante- per il quale si sono formalmente stabilite -ma solo questo- la “necessità’” e l’”urgenza” (da qui l’esultanza del nostro Premier, perché l’iniziativa è partita da Lui, però si è rilevato che l’Italia, in previsione della riunione del 23 u.s., non ha presentato alcuna proposta scritta autonoma, la qual cosa, è evidente, ne limita il potere contrattuale). Per il resto, si sono confermati i provvedimenti dell’Eurogruppo e cioè: utilizzo, per chi lo ritiene, del MES “alleggerito” (ma non doveva essere incondizionato?); conferma della creazione -ma solo per il periodo dell’emergenza coronavirus- della “Cassa di Integrazione Europea”, “SURE (State sUpported shoRt-timE work”), per bilanciare la inevitabile diminuzione dei posti di lavoro a causa della Pandemia (l’importo per l’Italia sembra sia sufficiente per un supporto di 2/3 mesi); infine, il previsto impiego da parte della BEI (Banca Europea degli Investimenti) di ulteriori 25 miliardi di euro in prestiti, garantiti, alle piccole e medie imprese europee, in grado di generare -almeno così nelle intenzioni- un aumento dei finanziamenti fino a 200 miliardi; a parte, i già attuati, concreti interventi (gli unici per ora!) della BCE (Banca Centrale Europea), che da settimane sta comprando titoli di tutti i tipi, soprattutto italiani.
Per quanto attiene il Recovery found (fondo per la ripartenza), oltre quanto sopra riportato nonché l’ipotesi di inquadrarlo nel Bilancio Europeo, non si è deciso null’altro: né i tempi del varo, né il volume finanziario, né la durata, né i modi per finanziarlo, ma soprattutto ci si è trovati divisi sul quesito fondamentale e cioè: questo Fondo produrrà un prestito, seppure a lungo termine (non meno di 30/40 anni) ed a tassi bassissimi (tra 1,5% ed il 2,5%), ovvero, come richiede l’Italia ed altri Paesi, si tratterà di prestiti a fondo perduto (solo così sarebbe un nuovo piano Marshal ed eviterebbe che alla fine ci siano dei vincitori e dei vinti)? Io penso che (purtroppo) si arriverà ad un compromesso percentuale.
Il problema vero, però, secondo me -e non solo-, è il fatto che questo Fondo, essendo stato, ipoteticamente, inquadrato nel prossimo bilancio settennale europeo (2021/2027) -evidentemente per ancorarlo ad un processo garante di legittimità- arrivi a concretizzarsi in autunno, se non oltre, e possa cominciare a funzionare solo all’inizio del 2021, cioè irrimediabilmente tardi rispetto alle esigenze. Per questo, qualcuno ha proposto, giustamente, che potrebbero ipotizzarsi, nel frattempo, garanzie, per il fondo, provenienti dai singoli Stati.
Staremo a vedere quale indirizzo prenderà nei prossimi giorni la polemica innescata nel mondo politico italiano -anche tra la Maggioranza- se ricorrere al MES o meno.
Io voglio chiudere con le parole pronunciate alla fine del 2° conflitto mondiale dal Gen. Mark Wayne Clark dell’Esercito degli Stati Uniti, principale collaboratore del Gen. Eisenhower e Comandante delle truppe che liberarono Roma: ”Oggi, per vincere le guerre ci vogliono tre cose: COLLEGAMENTI, COLLEGAMENTI, COLLEGAMENTI”, parafrasando le quali, io dico che, oggi, per vincere la guerra relativa alla recessione economica che incombe, ci vogliono tre cose: ”VELOCITA’ nelle decisioni, VELOCITA’ nelle decisioni, VELOCITA’ nelle decisioni” altrimenti la sconfitta sarà certa ed inappellabile.
E per oggi ho finito.
BUONA SETTIMANA E, SIATE CERTI, “non prevarrà”!
Segretario Generale di SI.A.MI.CO.
Gen. C.A. CC (c.a.) Serafino Liberati
Fonti utilizzate:
Il Messaggero, la Repubblica, il Giornale, il Fatto quotidiano, Avvenire, MF, Il Sole 24 ORE, Il Manifesto, Corriere della Sera, Libero, Il Giorno, La Notizia, La Verità, Left, La Stampa, Italia Oggi.