“TUTTI COLORO CHE SCRIVONO SONO UN PO’ MATTI. IL PUNTO E’: RENDERE INTERESSANTE QUESTA FOLLIA” (Francoise Truffaut, regista).

Cari amici, ben trovati! Per la 6^ settimana consecutiva sono costretto ad interessarmi e -scusatemi- ad interessarVi al “Coronavirus”.

Credetemi, ho una certa remora a stigmatizzare alcuni aspetti delle attività in corso, sulle quali molti pensano che, forse, in questi momenti, sarebbe meglio sorvolare. Ritengo, invece, che per il bene di tutti certe cose vadano comunque dette, anche se per alcune di esse ormai è tardi; vorrà dire che potranno servire per una prossima volta -a detta dei tecnici potrà, molto probabilmente, esserci- e voglio scriverle proprio qui, perché, sono certo, che qualcuno che le legge possa, poi, riportarle in sede adeguata, visto che molte cose che avevo predetto e suggerito si sono poi puntualmente verificate. Ed allora cominciamo!

Per prima cosa, ribadisco il mio apprezzamento di cittadino per l’attività incessante e volenterosa del Governo che, però, secondo me, non doveva gestire l’emergenza direttamente, ma solo garantire la “risposta costituzionale del Paese”. Il Governo è quello che è in un dato momento storico: è l’espressione della maggioranza politica del Paese, anche valida, ma può non essere assolutamente all’altezza di fronteggiare una crisi, per esempio, sanitaria, come quella attuale ed agire con minor determinatezza, dando alla popolazione una sensazione di incertezza e pressappochismo.

Ma allora cosa si doveva fare? A mio parere, o si aveva una Unità di Crisi, già predisposta      -non la Protezione Civile- composta da persone esperte nel settore sanitario ed a priori trasparentemente individuate, con a capo un Responsabile, parimenti esperto, ovvero tale Unità di Crisi doveva essere nominata all’atto dell’emergenza, con decreto “super partes”, del Presidente della Repubblica. A questa struttura -strettamente tecnica, data l’emergenza che non è di natura politica- il Governo doveva solo assicurare l’Assetto Costituzionale e il necessario sostegno economico; i Governatori Regionali -di questo parleremo un’altra volta- dovevano fungere da Consiglieri Territoriali. Avremmo avuto così un’attività omogenea sul territorio nazionale, ma soprattutto si sarebbe data la sensazione, che poi è la concretezza, che il fenomeno fosse sotto controllo univocamente. Oggi vediamo che non è così: un governatore prescrive l’uso obbligatorio delle mascherine per chi esce da casa, ancorché nella sua regione, ed il Capo della Protezione Civile risponde “io non me la metto”. Ma il cittadino cosa deve pensare? “Stanno litigando sulla mia pelle! E’ giusto questo?”. Ed ancora, assistiamo giornalmente agli inviti da parte di tanti personaggi in televisione, sui social, sui media, a non uscire da casa: ma perché? Esiste una disposizione codificata in un provvedimento governativo che vieta l’uscita se non in 3 o 4 casi specifici: questo non è un invito, questo è un “obbligo” al quali i cittadini si debbono attenere perché nel nostro attuale sistema “la tua libertà finisce là dove attenta alla mia” e qui è in gioco la pelle di tutti!  Quello che manca è un manico unico che gestisca l’emergenza. Attenzione, io non sto ipotizzando soluzioni dittatoriali: io sto solo rimpiangendo che non vi sia una Unità di Crisi con un unico, competente Responsabile che debba dar conto delle sue attività, delle sue disposizioni e delle sue iniziative -di natura prettamente tecnica- innanzitutto al Presidente della Repubblica che lo ha nominato, poi al Governo che gli fornisce il supporto economico e di legalità ed, infine, al Popolo cui appartiene la Sovranità.  Un Responsabile, quindi, con tanto di nome e di cognome, sia suo sia dei componenti la sua equipe, ben individuati; oggi, invece, non conosciamo i nomi (tranne forse per uno o due) dei consulenti del Presidente del Consiglio, né come e perché li abbia scelti; non c’è media, programma televisivo o network che non si senta autorizzato ad intervistare il sanitario od il virologo di turno, ai quali non pare vero esprimere i propri pensieri ed i propri convincimenti -molto spesso difformi tra loro- disorientando i cittadini che, comunque, in linea generale stanno rispondendo, nonostante tutto, abbastanza bene.

Seconda cosa: ritengo quanto da me ipotizzato per l’emergenza sanitaria, probabilmente anche valido ed idoneo a fronteggiare il “dopo coronavirus”. Il “dopo”, però, deve essere fronteggiato per tempo, cioè è necessario, anzi indispensabile, che, sin da ora, qualcuno “super partes” (Presidente della Repubblica? Parlamento?) nomini una “Unita di Crisi Economica” che studi il da farsi per come ripartire.

Anzi, io suggerisco che sia nominata, da subito,  una sorta di Costituente Economica che, composta dalle migliori menti e dai migliori economisti del Paese, indicati dai Partiti (questa sì che è un’attività politica) e dal Presidente della Repubblica, elabori già un piano di proposte, di interventi e di iniziative, per poter sostenere l’impatto del “dopo” -che si annuncia tremendo- e che dovrà poi essere sottoposto alle valutazioni delle Camere Riunite     -una sorta di Assemblea Costituente- perché non si tratterà solo di scelte politiche, ma di scelte essenziali per la nostra vita e, soprattutto, per la vita dei nostri figli e nipoti. Se qualcuno dovesse eccepire che quanto da me ipotizzato possa “non essere previsto” o “in contrasto”, ribadisco quello che dicevano i Romani: nelle emergenze non ci sono regole!

Per ultimo, rammento che siamo in attesa dei risultati e delle proposte dell’Eurogruppo circa gli interventi della UE, decisivi per il nostro futuro ed anche -sia chiaro!- per quello dell’Unione Europea.

Un mio caro Amico deluso e, soprattutto, disilluso, mi ha scritto ipotizzando, sconsolatamente, che la crisi economica che verrà potrebbe risolversi, alla fine, con una ulteriore vendita delle nostre aziende gioiello -quelle poche che ci sono rimaste!- a qualcuno che, magari, sta aspettando proprio questo: e, forse, è vero! Io non posso farci nulla, ma mi piace rispondere al mio Amico con una frase che mi è rimasta impressa, di cui non so citare la fonte ma che mi sembra bellissima:

”Sui cadaveri dei Leoni festeggiano gli sciacalli ma i Leoni rimangono Leoni e gli sciacalli rimangono sciacalli.”

BUONA SETTIMANA A TUTTI   E SIATE CERTI “non prevarrà”!!!

Segretario Generale di SI.A.MI.CO.

Gen. C.A. CC (c.a.) Serafino Liberati

Fonti utilizzate:

Il Messaggero, la Repubblica, il Giornale, il Fatto quotidiano, Avvenire, MF, Il Sole 24 ORE, Il Manifesto, Corriere della Sera, Libero, Il Giorno, La Notizia, La Verità, Left, La Stampa, Italia Oggi.