17 novembre 2019

Tradizionalmente tra le monarchie petrolifere mediorientali è sempre corso buon sangue, ma negli ultimi anni pare che la nuova generazione di principi abbiano dato il via a una impressionante competizione su tutti i livelli, dallo sport e la cultura agli armamenti.

I nuovi principi delle monarchie produttrici di petrolio più ricche del mondo: Arabia Saudita, Qatar e Emirati Arabi Uniti competono su tutto, dallo sport e la cultura all’economia e la politica. La loro accesa rivalità minaccia una regione già destabilizzata da anni di conflitti.

Tra il 2013 e il 2015, tre nuovi principi hanno iniziato a governare le monarchie del Golfo: Tamim Al Thani in Qatar, Mohammed Bin Salman in Arabia Saudita e Mohammed Bin Zayed ad Abu Dhabi. I sovrani, che sono tra i più ricchi e potenti del mondo, hanno rapidamente imposto nuovi stili di governo.

Tamim Al Thani, il 39enne emiro del Qatar, è stato il primo dei tre a salire al trono. Al Thani è un fanatico dello sport e ha suscitato l’invidia dei suoi vicini competitivi quando il Qatar ha vinto l’onore di ospitare la Coppa del Mondo FIFA 2022. I suoi rivali lo accusano anche di finanziare gruppi islamisti e di aver stretto un’amicizia troppo stretta con l’Iran.

Contro di lui si scatenano due potentissimi rivali. Mohammed Bin Salman è l’ambizioso principe ereditario 34enne dell’Arabia Saudita. Con una propensione per i videogiochi, è responsabile del costoso e mortale coinvolgimento del suo paese nella guerra in Yemen. Con l’ambizione di diventare il nuovo uomo forte del Medio Oriente, Mohammed Bin Salman ha trovato il suo alleato e mentore in Mohammed Bin Zayed, il principe ereditario di 58 anni di Abu Dhabi e il sovrano degli Emirati Arabi Uniti. Gli Emirati Arabi Uniti oggi sono una delle principali potenze militari della penisola arabica.

Sebbene i loro padri e nonni si incontrassero discretamente nelle tende beduine per sistemare le loro controversie, i principi hanno invece preso l’abitudine di confrontarsi faccia a faccia, sottoponendosi spesso ad attacchi cibernetici, blocchi economici e minacce di invasione l’un l’altro.

Questa rivalità tra i principi mediorientali è una della cause della crisi senza precedenti scatenatasi nella regione più militarizzata del mondo. I loro tentativi di superarsi l’un l’altro hanno anche destabilizzato altri paesi del Medio Oriente, che si sentono ora costretti a schierarsi.